Arte e verità: Federico Giannini indaga bufale, errori e falsi nel nuovo saggio Giunti

20 Settembre 2025

È uscito Vero, Falso, Fake. Credenze, errori e falsità nel mondo dell’arte (Giunti Editore), il nuovo libro di Federico Giannini. Un viaggio tra miti, leggende e distorsioni che popolano la storia dell’arte e la contemporaneità digitale, per riflettere sul valore della verità oggi.

È disponibile in libreria Vero, Falso, Fake. Credenze, errori e falsità nel mondo dell’arte (Giunti Editore), il nuovo saggio di Federico Giannini, giornalista, critico d’arte e fondatore di Finestre sull’Arte. Nato a Massa nel 1986, Giannini è arrivato in libreria con un volume di 224 pagine illustrato, dedicato a un tema che attraversa la storia dell’arte e l’attualità: la difficoltà di distinguere il vero dal falso. Il libro si propone di esplorare il modo in cui errori, credenze e falsificazioni si radicano nel discorso artistico fino a diventare parte del senso comune. Un’indagine che coinvolge anche la società contemporanea e i suoi nuovi meccanismi di disinformazione. Pagina dopo pagina, il lettore è invitato a chiedersi quanto delle nozioni comunemente accettate sull’arte sia effettivamente fondato. La risposta, secondo l’autore, è meno confortante del previsto.

Vero, Falso, Fake”, spiega Federico Giannini, “non è tanto una raccolta di bufale e cosiddette fake: è, certo, anche questo, ma l’ho voluto intendere soprattutto come un pretesto per cercare di capire, attraverso l’arte, i meccanismi coi quali le bufale nascono, attecchiscono e si diffondono, e spesso diventano mito. È su queste dinamiche che ho cercato d’accendere un lieve bagliore, sulle ombre del falso che si mescola al vero”.

Con uno stile limpido e accessibile, Giannini accompagna il lettore in un percorso che attraversa secoli di storia, tra verità alterate, leggende mediatiche e falsi d’autore. Il risultato è un saggio che unisce il rigore della ricerca storica al ritmo del giornalismo narrativo. L’obiettivo dunque è restituire complessità a un tema spesso affrontato in modo superficiale.

Tra i casi raccontati spicca quello del cosiddetto “Michelangelo di Marcialla”, un’opera attribuita senza fondamento al Buonarroti e divenuta simbolo di una delle tante attribuzioni arbitrarie che costellano la storia dell’arte. Giannini analizza poi convinzioni diffuse ma prive di riscontri, come la celebre statistica secondo cui il 60% del patrimonio artistico mondiale si troverebbe in Italia. Un dato ripetuto in convegni, interviste e pubblicità, ma mai confermato da alcuna indagine scientifica. Il libro si muove tra il Rinascimento e l’era digitale, passando per i falsi di Annio da Viterbo, fino a giungere ai temi più attuali legati all’intelligenza artificiale. Secondo Giannini, in ogni epoca il falso si adatta ai mezzi e alle ideologie dominanti. Nel XXI secolo, i social network e le piattaforme digitali amplificano la disinformazione artistica, diffondendo notizie sensazionalistiche e presunti “ritrovamenti” che spesso si rivelano privi di qualsiasi fondamento.

Giannini dedica particolare attenzione al ruolo dei media, che talvolta contribuiscono alla circolazione di informazioni errate per effetto di un eccesso di entusiasmo o di logiche legate alla visibilità. I casi di opere attribuite frettolosamente, di scoperte proclamate come “rivoluzionarie” o di interpretazioni ideologiche dell’arte dimostrano come la verità, nel dibattito artistico, possa essere facilmente manipolata. Accanto all’analisi dei casi più noti, Vero, Falso, Fake propone anche una riflessione metodologica sul concetto di disordine informativo. Nella parte introduttiva, l’autore chiarisce le differenze tra misinformazione e disinformazione, e mette in luce come la ripetizione costante di un errore possa trasformarlo in certezza condivisa. L’epilogo offre inoltre al lettore alcuni suggerimenti pratici per difendersi dalla diffusione di falsità in ogni ambito della conoscenza. Il saggio dunque invita a esercitare lo spirito critico e a interrogarsi sul modo in cui costruiamo le nostre convinzioni. La distinzione tra ciò che sappiamo e ciò che crediamo di sapere è il filo conduttore che attraversa tutto il volume.